cappella di San Carlo
Borromeo
Il santuario dell'Addolorata è uno dei più importanti luoghi di culto mariani della Lombardia e sorge a Rhoin corso Europa di fronte a viale delle Rimembranze. Nel febbraio del 1923 papa Pio XI ha elevato il santuario al rango di basilica minore.
INTERVENTO DI RESTAURO
IINTERNO: si è proceduto dapprima con la rimozione meccanica manuale degli intonaci cementizi degradati sulla parete d’altare, contestualmente è stato asportato lo strato catramoso esistente sul paramento laterizio. La muratura in mattoni è stata quindi accuratamente spolverata a secco con pennellesse e aspirapolvere per la rimozione della polvere e dei residui di sali superficiali.
Dopo verifica delle malte di allettamento che si presentavano in buono stato di coesione, l’eliminazione di alcuni vecchi perni e grappe in ferro in disuso, e la rimozione e ricollocazione di alcuni tratti di cornice aggettan- te in laterizio pieno di testa soggetti a caduta, si è proceduto alla intona- catura ex novo con due mani di specifico rinzaffo macroporoso a base di calce idraulica naturale per murature umide e saline. Un successivo strato di finitura (intonachino) a base di calce idraulica naturale bianca e inerti selezionati fini, accuratamente frattazzato, ha creato una superficie compatta e liscia predisposta per la decorazione a finto marmo nero di Varenna realizzata con colori ai silicati, successivamente lucidati mediante stesura in due mani di un protettivo silossanico
trasparente.
​
ESTERNO: si è proceduto con la demolizione meccanica del marciapiedi in calcestruzzo armato perimetrale alla cappella e alla rimozione delle adiacenti porzioni di pavimentazione in porfido esistenti; successivamente sono state effettuate la rimozione meccanica manuale degli intonaci ce- mentizi in corrispondenza della zoccolatura aggettante fino al vivo della muratura e le opere di scavo perimetrale mediante escavatore fino ad una profondità massima di circa 70-80 cm compatibilmente alla quota dei poz- zetti delle acque bianche esistenti. Si è quindi proceduto alla realizzazione della intercapedine areata con la gettata dei muriccioli in cls. armato peri- metrali, e la creazione del fondo in cls. armato impermeabilizzato con guaina bituminosa gettato con opportuna pendenza per l’allontanamento delle acque meteoriche dalle murature e il convogliamento alla tubazione di raccolta collegata con i pozzetti esistenti. Si è poi proceduto al lavaggio delle fondazioni in laterizio pieno con idropulitrice a bassa pressione e alla stilatura ex novo delle malte di allettamento con calce idraulica naturale e sabbietta vagliata. Sono state quindi poste in opera le griglie carrabili di chiusura dell’intercapedine in ferro zincato verniciato nero micaceo. Si è quindi intonacato ex novo la zoccolatura di facciata con uno strato di rinzaffo specifico per murature umide e saline e finitura ad arriccio con malta a base di calce idraulica naturale bianca poi tinteggiato con colori ai silicati al campione e alla posa del porfido.​
STUCCHI, DORATURE E INTONACI STORICI
INTERVENTO DI RESTAURO: Si è proceduto innanzitutto alla pulitura generale dai depositi di polvere mediante pennellesse e aspiratori e all’e- secuzione di tasselli stratigrafici allo scopo di evidenziare la successione delle finiture. E’ emer- so che gli stucchi e le pareti erano stati oggetto di due successive fasi di ridipintura: lo strato più vecchio era costitutito da una mano di colore a calce bianca, sul quale era stata stesa una mano di tinta grigia a base acrilica; entrambi gli strati di ridipintura erano asportabili rispettivamente con descialbo meccanico a bisturi o tecnica a strappo mediante colla forte e garza di media tessitura, il secondo con tamponi imbevuti di solvente (acetone).
Si è quindi proceduto ad interventi localizzati di dissalazione mediante due cicli di impacco di acetone in acqua su carta giapponese per l’asportazione delle efflorescenze e subflorescenze saline; alla rimozione meccanica manuale di vecchie stuccature delle fessurazioni in malta cementizia soggette a distacco e decoese, e al consolidamento profondo delle fessurazioni attuato mediante iniezioni di malta consolidante specifica.
Le fessure e le piccole lacune sono state poi stuccate con un impasto di calce idrau- lica naturale bianca e inerti selezionati di croma- tismo e granulometria simili all’esistente. Si è inoltre proceduto ad accostare ai tiranti in filo di ferro molto allentati e ormai privi di funzione statica nuovi tiranti tassellati a muro in filo di ferro zincato. Le lacune degli apparati figurativi (angeli a tutto tondo) sono state rispettate e mantenute tali poiché non era ipotizzabile la forma originaria nell’ipotesi di ricostruzione.
Le dorature a foglia oro tendenti al distacco sotto forma di scaglie sono state consolidate con resina acrilica in acqua demineralizzata, carta giapponese e successiva leggera pressione con rullini di gomma.
Le dorature antiche sono state pulite in due cicli a tampone con soluzione di acido acetico in acqua demineralizzata.
Le lacune sono state integrate mediante velature all’acquerello o ritocco pittorico sempre all’acquerello con la tecnica della selezione cromatica.
GLI AFFRESCHI
INTERVENTO DI RESTAURO: Si è proceduto innanzitutto alla pulitura generale dai depositi di polvere, quindi sono stati eseguiti alcuni tasselli di pulitura. Un secondo ciclo di pulitura con spugne Whisab ha permesso di rimuovere il restante deposito di sporco grasso e nero fumo; l’ultimo ciclo è stato eseguito con stesura di Carbonato d’Ammonio in acqua satura su carta giapponese, con tempi di posa brevi (essendo in presenza di una tecnica pittorica caratterizzata da interventi a secco e dorature direttamente stese sull’affresco) .
Sono state poi consolidate le aree soggette a distacco dal supporto mediante iniezioni di specifica malta consolidante, così come le fessurazioni strutturali e le fessurazioni dell’intonaco pittorico più ampie; successivamente si è proceduto con la stuccatura superficiale con impasto a base di calce idraulica e inerti selezionati di granulometria simile all’originale. Nell’affresco di volta, dove era presente uno specifico degrado dell’intonaco pittorico è stato effettuato un con- solidamento delle malte soggette a decoesione mediante stesura a pennello di acqua di calce, e interventi puntuali sulla pellicola pittorica mediante resina acrilica. Si è infine passati al ritocco pittorico eseguito mediante colori all’acquerello con tecnica riconoscibile a rigatino a tono.
Sull’affresco in parete est raffigurante il Compianto del Cristo morto come primo intervento è stata asportata la pittura acrilica grigio-bruna del neutro con ovatta imbevuta di acetone per identificare la linea di aggancio tra il rappezzo cementizio e l’affresco superstite. La rimozione dell’integrazione cementizia ha evidenziato tre strati di intonaco.
Dopo la pulitura, il contrasto cromatico presente nell’affresco raffigurante la Nascita di San Carlo tra la parte rifatta e quella originale è subito emerso come dato eclatante.
I dipinti strappati e applicati su tela erano profondamente alterati dai depositi superficiali e da estese ridipinture che avevano anche modificato la morfologia delle figure, come nel caso della mano della madre di San Carlo che in origine si presentava alzata, e nella ridipintura abbraccia- va invece il bambino. Si è quindi in prima istanza tentato di “abbassare” i toni della ampia area di rifacimento mediante diverse metodologie, poiché era impossibile eliminare il sovra tono, in accordo con la Soprintendenza, si è deciso di rimuovere totalmente la zona rifatta. Lo strappo è stato quindi riposizionato su alcuni pannelli di sughero allo scopo di isolare la tela dalla muratura e creare una pellicola “di sacrificio” nel caso di successive rimozioni dello strappo dal supporto. Il riposizionamento è stato effettuato mediante la stesura su retro della tela e su nuovo supporto di un impasto elastico composto da resina acrilica e carbonato di calcio in polvere. Le aree lacunose dell’affresco sono state intonacata “a neutro.
A.R.C. si in particolare di restauro e conservazione per l’arte, collaboriamo da diversi anni con le Soprintendenze di competenza sul territorio per i beni culturali, i nostri principali settori d’intervento sono: restauri architettonici, restauri di dipinti murali antichi e contemporanei, restauri di materiali lapidei, restauri di opere mobili, diagnostica per l'arte e il restauro, decorazioni artistiche.
ostri principali settori d’intervento sono: restauri architettonici, restauri di dipinti murali antichi e contemporanei, restauri di materiali lapidei, restauri di opere mobili, diagnostica per l'arte e il restauro, decorazioni artistiche.