monumento ai caduti
Il Monumento sorge in Piazza Volta, nel centro di Turate. E’ stato innalzato in ricordo dei Caduti in guerra nel 1923. Infatti si legge l’iscrizione “Turate ai suoi Figli caduti per la grandezza d’Italia”
Nella Prima Guerra Mondiale (1915-1918) furono numerosi i soldati turatesi chiamati alle armi e di essi ne caddero 47. Di essi è ricordato il nome nella parte superiore del Monumento ai
Caduti, per volere del Comune.Nella Seconda Guerra Mondiale i turatesi caduti in battaglia
furono 43: i loro nomi vennero scolpiti nella parte inferiore del monumento.
PRIMA DEL RESTAURO
Il Monumento è composto dal gruppo scultoreo in bronzo
degradato dalle numerose concrezioni di sporco e, dal suo
Basamento lapideo in pietra di Angera, dove la presenza
di depositi incoerenti e coerenti alterano cromaticamente
le superfici, rendendo illeggibili molte delle iscrizioni.
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Inoltre una vecchia stesura di cera sulla struttura lapidea
ha maggiormente assorbito il degrado ed aumentato le
concrezioni di sporco.
Sulle vecchie stuccature era diffusa la presenza di un
attacco fungino
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La Dott.ssa Bruna Mariani, dopo aver pulito meccanicamente con l’ausilio di vari spazzolini, è
intervenuta con un idrolavaggio per asportare completamente ogni residuo di concrezione. Il
monumento è stato poi protetto con INCRAL 44 CTS.
La protezione del monumento si è conclusa con la ceratura delle superfici in Bronzo.
Durante la fase di pulitura, il nome dell’artista, la data dell’opera e la fonderia produttrice sono risultati più
chiari: Fonderia Artistica Battaglia - Pogliani Frigerio- Vecchi 1923, l’opera è firmata dallo scultore lombardo
L.Panzeri
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Il primo trattamento per il restauro del basamento lapideo è stata la stesura del Biocida KEIM Alghicida-Plus
in due passaggi ed il successivo risciacquo con l’idro-pulitrice.
Le estese concrezioni di sporco sono state eliminate con l’ausilio di POLITECT CITRATO e POLITECT
BASE, grazie alla sua pratica applicazione il prodotto è stato steso in più fasi,
permettendo una graduale asportazione delle alterazioni senza intaccare l’ossidazione originale della pietra.
La fase successiva è stata la stuccatura delle superfici che presentavano sconnessione e la rimozione
meccanica di vecchie stuccature con l’ausilio di martelline, scalpelli e bisturi.
La matrice di base: calce idraulica LAFARGE, sabbia fine del brenta e polvere di marmo. Le polveri di marmo 000 Bianco Carrara, Bianco Botticino, Giallo Oro o Rosso di Verona, variavano nelle loro proporzioni quantitative, in base alla colorazione della pietra. La pietra di Angera è una roccia sedimentaria (dolomia). Colore rosa, giallo, bianco; grana finissima; elevata porosità con cavità uniformemente distribuite. Il rapporto tra inerte e legante è sempre rimasto 2:1.
Le scritte presentavano un originale colore dorato: porporina. Durante il sopralluogo delle Funzionarie di Soprintendenza, la funzionaria Architetto Sonia Segimiro,
indicava con una direttiva di riprendere la colorazione nera con smalto all’acqua, materiale altamente
reversibile.
Il restauro si è concluso con la stesura del Protettivo LOTEXAN della Keim.